Revista Luceafărul
  • Caută pe sit


Colecţia revistei

Anul 1

Anul 2

Anul 3

Anul 4

Anul 5

Anul 6

Fondat 2009 • ISSN 2065 - 4200 Anul 16 → 2024

Interviu cu Giovanni Fest, preot ortodox italian

Tudor PETCU
Un Paste Fericit si plin de lumină!
Fie ca Învierea Domnului să vă aducă numai bucurii spirituale!

 

 .
 .
 .

Interviu cu Giovanni Fest, preot ortodox italian

1.Prima di tutto, La prego di dirmi quando e come Lei ha incontrato la spiritualita ortodossa?

R   Ho conosciuto la spiritualità e la fede dei cristiani ortodossi all’inizio del 1985 avendo, in quel particolare momento della mia vita, incontrato a Palermo il Padre Gregorio Cognetti da poco rientrato in città dagli USA prima e dalla Svizzera dopo(era docente universitario di microbiologie cellulari) ed era rientrato dopo non solo essersi convertito alla fede ortodossa ma essere stato ordinato sacerdote nel patriarcato di Mosca ed essere stato incaricato di iniziare una presenza costante di parrocchia ortodossa a Palermo

2. Perche Lei ha scelto la conversione all’Ortodossia? La prego di parlarmi un po sulla ragione della sua conversione?

R.  Sono stato sempre inserito in piena consapevolezza cristiana nella vita e nelle strutture parrocchiali ed associative della Chiesa Romano Cattolica e sempre da laico .La mia stessa famiglia è stata di chiara fede romano cattolica seria ed austera soprattutto in mio padre Pasquale e nella mia nonna paterna Francesca(chiamata affettuosamente nel nostro linguaggio siciliano…nonna Ciccina ).Da laico cattolico(anche come studente del triennio di Scienze Religiose a Palermo dopo la laurea in filosofia) ho vissuto tutta quanta la stagione del Concilio Vaticano II (sono nato nel 1951 e quindi ora ho ben 65 anni) ed anche la stagione(spesso caotica e sicuramente confusionaria) del post concilio. Ad un certo punto della mia vita, subito dopo il matrimonio, (e siamo alla fine del 1978) quasi improvvisamente scopro dentro di me che certamente sono esperto in questioni teologiche, in esegesi e in letture ermeneutiche e sono sempre presente per convegni, seminari, congressi e conferenze..  Ma mi rendo conto che da tempo non prego più, non ho nella mia vita culto personale di adorazione e di dossologia verso Dio e non vivo più l’esperienza orante della supplica e dell’intercessione.. La mia vita cristiana è solo presunta.. e se c’è è solo intellettuale, associativa, accademica. E mi pongo le domande fondamentali per la mia vita :1) non prego più perché vivo di sola cultura teologica? 2) ma, per caso, è la mia stessa chiesa che non consola più nel culto di adorazione, di supplica ,di intercessione e di dossologia proprio perché essa stessa è solo aggregazione accademica e teologica? 3) Ma se la risposta sarà si alla seconda domanda, mi sono chiesto, dove e quando e perché la mia chiesa ha perso la consolazione del culto di adorazione e di supplica ?

E così mi fermai.. Fermai la mia frequenza all’accademia di Scienze Religiose .Fermai –per onestà di cuore- la mia stessa partecipazione (che era assidua) ai sacramenti e lasciai tutti gli incarichi del laicato cattolico sia a livello parrocchiale, diocesano e regionale  E cominciò così il mio cammino all’interno delle varie aggregazioni ecclesiali cristiane della mia città. Ma non si riusciva a trovar bellezza e serenità. Era inizio Marzo 1985 e un mio caro amico(un laico, un agnostico,) mi telefona e mi dice:” So che a Palermo c’è un prete ortodosso…E’ anche docente universitario.. Ho avuto il numero di telefono…Vedi tu…hai provato e riprovato…Parla anche con costui..” E così incontro il Padre Gregorio Cognetti  e nel pomeriggio della domenica di Pasqua degli ortodossi al Vespro (a marzo 1985)per la prima volta in vita mia partecipo a casa del Padre Gregorio(allora il piccolo gruppo appena iniziale si riuniva e celebrava in un locale soppalco di casa Cognetti) ad una celebrazione cristiano ortodossa.. (il mio amico oggi ogni tanto si diverte e mi ricorda che nel lontano 1975 ad un convegno teologico-politico a Siracusa organizzato dalle comunità di base del dissenso cattolico io attaccai duramente la chiesa ortodossa…ed ora mi trovo cristiano ortodosso e sacerdote ortodosso ) e così da quel Marzo 1985 inizia il mio cammino che –per filantropia di Dio tre volte santo-fu quasi immediato,lucente,e chiaro.. Compresi subito (in questo consolato ed aiutato da Gregorio) che le risposte alle tre domande erano tutte affermative e che la chiesa da cui provenivo(e che certamente e,va detto,attraverso mia nonna e mio padre,mi aveva dato ed annunciato il Vangelo) aveva perso la consolazione della bellezza del culto d’adorazione e della preghiera di affidamento a Dio perché –o in tutto o in grande parte-aveva tagliato con le radici apostoliche ed immediatamente post apostoliche dei sette concili e del primo millennio. Questa fu la percezione,l’intuizione e la decisione..Insomma tornare all’Una ed Indivisa e per me siciliano anche storicamente e spiritualmente tornare a casa .

3.Come capisce Lei la bellezza della spiritualita ortodossa e sopratutto della liturgia ortodossa?

Le rispondo con il mio vissuto personale. Da quasi due anni dopo aver subito un serio infortunio con la frattura del femore e l’esito di una zoppìa (il tutto avvenuto nel 2012) non ho più avuto la forza di continuare ad esercitare il ministero di parroco come successore del Padre Gregorio per la Parrocchia di San Marco d’Efeso della Sacra Arcidiocesi di Italia e Malta del Patriarcato Ecumenico e in data 19 gennaio 2015 ho chiesto alla paternità del mio Vescovo il mio amato e venerato Metropolita Gennadios di essere collocato in congedo canonico per motivi di salute potendo ancora –da semplice prete –servire la Santa Chiesa come semplice supporto e per benevolenza reciproca sia del mio Vescovo sia del Vescovo Silvano degli ortodossi romeni in Italia  vivo oggi la mia fede ortodossa e il ministero di prete “sciancato” ed emerito e di supporto  presso la parrocchia San Caralampo di Palermo del Patriarcato di Romania perché di fatto la più vicina a casa mia e quindi non mi causa problemi di deambulazione e di fatica . Fatta questa premessa credo che la migliore risposta  alla sua gentile domanda stia in questo episodio che ho vissuto in parrocchia  “Il Coro sta cantando l’inno del Kerubikòn,nella sua prima parte…
„Noi che misticamente raffiguriamo i cherubini, e alla vivifica Trinità cantiamo l’inno tre volte santo, deponiamo ora ogni affanno della vita..”.
” Noi, care pe Heruvimi tainic închipuim şi făcătoarei de viaţă Treimi întreit-sfîntă cîntare aducem, toată grija cea lumească acum să o lepădăm…”
Il mio giovane parroco ha terminato di incensare tutto e tutti ,tutti e tutto anche il cosmo e le galassie uscendo fuori le porte della chiesa per dare incenso ai quattro punti cardinali E’ rientrato attraversando la navata mentre il popolo santo di Dio si è disposto su due file offrendo grani di incenso per il turibolo fumante e toccando il felonion/casula/ mantello del parroco.
(Vangelo di Matteo (Mt 9, 20-22)„Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.)
Alla fine della navata quasi davanti all’icona della Madre di Dio io aspettavo il mio giovane parroco e ci siamo scambiati l’augurio e la preghiera sacerdotale di supplica e di invocazione  „Del tuo sacerdozio si ricordi il Signore Dio nel Suo Regno ognora ora e sempre e nei secoli dei secoli Amin”
„Preoţia ta să o pomenească Domnul Dumnezeu, întru împărăţia Sa, totdeauna, acum şi pururea şi în vecii vecilor.Amin ”
Il giovane parroco ora si sta preparando al Grande Ingresso dei Santi Doni del Pane e del Vino pronti per essere offerti all’epiclesi dello Spirito Santo per la Grande e Santa Trasformazione. L’Anziano prete sciancato ed emerito è tornato al suo posto in navata insieme con il Santo Popolo di Dio Gira gli occhi: mentre il giovane parroco si sta preparando,il coro continua a cantare,una giovane donna con la sua piccola figlia sta davanti al Vima/presbiterio  al  centro tra le due icone del Cristo Sovrana e della Deipara e semprevergine Maria e la mamma,la giovane mamma in ginocchio sta presentando,spiegando alla piccolina tutte le icone dell’iconostasi e sta proprio presentando gli affreschi nell’abside ,gli Angeli della Santa Trinità di Rublev , l’affresco della Deipara dell’inno Akathistos al centro del coro dei Serafini e dei Cherubini mostrando a tutti e a tutto il Cristo benedicente e salvatore e le grandi icone dei Santi Patroni  e la piccola è molto ma molto attenta e la mamma ,mentre il giovane parroco sta quasi terminando la sua preparazione, continua con amore a trasmettere la fede alla piccola come sicuramente la sua mamma aveva a suo tempo fatto..di età in età..di generazione in generazione…
Il giovane parroco ora presenta dal Vima /Presbiterio i Doni pronti per essere Santificati
„di voi e di tutti i cristiani ortodossi, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.Amin”
” şi pe voi pe toţi, dreptmăritorilor creştini, să vă pomenească Domnul Dumnezeu întru Împărăţia Sa, totdeauna, acum şi pururea şi în vecii vecilor.Amin „
Il Coro conclude il canto dell’inno cherubico
„…… Per accogliere il Re dell’universo, invisibilmente scortato dalle schiere angeliche. Alleluia, Alleluia, Alleluia.”
” Ca pe Împăratul tuturor să întîmpinăm, pe Cel în chip nevăzut înconjurat de cetele îngereşti. Aliluia, Aliluia, Aliluia.”

A questo punto cosa può dire l’anziano prete sciancato a Dio tre volte santo dopo il dono che a lui Dio ha fatto di vedere e di assistere a questo colloquio nello Spirito Santo tra una giovane mamma e la sua piccola ?

Può solo cantare il cantico di Simeone
”  Ora congeda il tuo servo, Sovrano, secondo la tua parola, in pace, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparato a cospetto di tutti i popoli: luce a rivelazione delle nazioni e gloria del popolo tuo Israele.”
 „Acum slobozeşte pe robul Tău, Stăpîne, după cuvîntul Tău, în pace. Că au văzut ochii mei mîntuirea Ta, pe care ai gătit-o înaintea feţei tuturor popoarelor; lumină spre descoperirea neamurilor şi slavă poporului Tău, Israel.”

” Νῦν ἀπολύεις τὸν δοῦλόν σου, δέσποτα, κατὰ τὸ ῥῆμά σου ἐν εἰρήνῃ,
ὅτι εἶδον οἱ ὀφθαλμοί μου τὸ σωτήριόν σου ,
ὃ ἡτοίμασας κατὰ πρόσωπον πάντων τῶν λαῶν,
φῶς εἰς ἀποκάλυψιν ἐθνῶν καὶ δόξαν λαοῦ σου Ἰσραήλ.”

4. Crede che un rapporto tra filosofia e ortodossia sia possible? Come sarebbe possibile dal suo punto di vista di parlare di una filosofia ortodossa?

Certamente è possibile ed ovviamente va tematizzato, coniugato ed organizzato. Tuttavia c’è un’eccedenza della fede cristiane dell’evento chiesa che non può essere affidato alla mediazione filosofica e alla sua discorsività. La fede in Cristo Teantropo e Risorto dai Morti, la fede trinitaria nella condivisione ecclesiale tra fratelli e sorelle non può essere una mediazione, un et..et., perché proprio non si possono servire due padroni. Questa eccedenza che è teologica, orante, ecclesiale, etica è quel che Paolo apostolo prima e con lui i Padri dopo ci hanno annunciato e detto. .la fede cristiana è scandalo e paradosso. .La legge è stata crocifissa sulla croce e la sapienza umana è condotta sul carro trionfale del vincitore della morte il Teantropo e Risorto perché non c’è altra Sophia se non quel Cristo nel mistero della Trinità per cui alla fine. alla parousia finale dopo che la morte e il diavolo saranno stati sconfitti ogni ginocchio si piegherà in cielo, in terra e sottoterra e ogni lingua proclamerà che Cristo è il Signore a Gloria ed onore di Dio Padre e lo proclamerà nello Spirito Santo

5. Qual e per Lei il piu importante messaggio dell’ortodossia e anche dell’icona ortodossa?

Qui sarò immediato  in una sola frase “La bellezza salverà il mondo

6. La prego di parlare un po anche sulla storia della Chiesa Ortodossa in Italia. Che cosa dobbiamo conoscere sull’evoluzione dell’ortodossia in Italia?

Resta chiaro che la storia cristiana in Italia è storia di Chiesa Una ed Indivisa non solo convenzionalmente fino alla separazione del 1054 (anche se già con i Franchi l’allontanamento teologico ed ecclesiale era già iniziato anche prima) ma ,soprattutto nel meridione d’Italia e in Calabria e Sicilia anche dopo la separazione e fino alla completa latinizzazione , l’esperienza della fede unica niceno costantinopolitana e del riferimento e teologico ma anche ecclesiale a Costantinopoli ha continuato forte seppur ovviamente spesso in modo nascosto e clandestino. La storia contemporanea dell’Ortodossia Italiana è ancora tutta da scrivere a partire dagli anni sessanta ad oggi ma sento di poter scrivere che-dopo il sinodo panortodosso di Creta- l’istituzione del Consiglio dei Vescovi Ortodossi d’Italia e Malta potrà essere un vero dono dello Spirito Santo all’unità canonica delle chiesa ortodossa nelle sue varie giurisdizioni presenti episcopalmente in Italia.

7. Chi sono i santi ortodossi italiani piu importanti? Come dobbiamo capire la tradizione dell’ortodossia italiana?

Il mio caro amico confratello e concelebrante lo ieromonaco ed eremita italiano Alessio che vive a Santa Lucia del Mela in un eremo in provincia di Messina (e non usa internet..) da sempre(anche con qualche pubblicazione, articoli e presenza nei convegni di agiografia e di liturgia) sta tentando di recuperare e la memoria e il culto dei santi ortodossi italici e soprattutto di Sicilia e Magna Grecia. Un lavoro di continuità storica ed ecclesiale  che va da Autonomo di Monza e Grato di Aosta a Cromazio di Aquileia, Ambrogio di Milano, tutti i santi papi ortodossi di Roma Antica facendo memoria di Gregorio e Leone Magno a Paolino di Nola, Gennaro di Benevento e di Napoli, Giovanni Theristis di Calabria, Leone di Catania, Pancrazio di Taormina, Lucia di Siracusa, Agata di Catania ,Mamiliano di Palermo, Gregorio di Agrigento, Basilio di Pantelleria .La Tradizione Ortodossa italica ed italo greca  è ecclesialità della Chiesa Una ed Indivisa ed è insieme nella latinità di Roma Antica ancora in comunione e nel riferimento orante a Costantinopoli

8. Qual e l’importanza per Lei di essere un sacerdote  ortodosso italiano? Che significa per Lei questo fatto?

Alla morte del Padre Gregorio l’allora nostro Vescovo Ordinario Guria di Korsun dopo aver consultato il consiglio di Chiesa decise di ordinare me(che ero il diacono della parrocchia e lo sono stato per ben 13 anni) presbitero con la nomina a Parroco e sono stato parroco nella condivisione con i miei fratelli e le mie sorelle per ben 17 anni sui 18 di sacerdozio sempre con l’amore e l’orientamento paterno del Metropolita Gennadios. Dico sempre a me stesso e lo dico anche in famiglia (sono marito da quasi 40 anni, padre da 35 e nonno da due ) e nelle relazioni anche amicali ed ecclesiali che chiedo sempre al Signore –nonostante me stesso ma anche compreso me stesso- di poter essere o meglio di poter vivere la relazione ministeriale come viveva la relazione di paternità spirituale con me il mio venerato padre spirituale di santa memoria il padre Kosmàs aghiorita. Io parlavo sempre con il Padre Kosmàs e parlavo e parlavo soprattutto nel mese di Agosto quando trascorrevo come servizio ecclesiale due settimane da lui al monastero di San Giovanni Theristis in Calabria. Padre Kosmàs ascoltava. .quasi sempre in silenzio. Poi si alzava e diceva Kyrie eleison  Gloria a Dio… e basta… Ma la notte si alzava e nella piccola cappella del monastero andava ad accendere una candela per tutti i suoi figli e per tutti i suoi amici che quel giorno aveva incontrato.. Ecco questo senso profondo della condivisione e del prendere sulla propria spalla in silenzio orante la vita e il cuore e la preghiera degli altri ed offrirla in preghiera e in Anafora alla Santa Triade credo sia il senso del sacerdozio e del sacerdozio ortodosso Ma so anche che da tutto questo io ne sono ancora lontano. Quindi anche e soprattutto per me  Gesù Cristo Figlio di Dio abbi pietà di me peccatore

9.Qual e il suo messaggio ortodosso per la societa italiana? Come puo l’ortodossia diventare piu forte in Italia nel futuro?

   12.) Sarebbe l’ortodossia capace di aiutare l’uomo contemporaneo? Se si, comme?
   13.) Che cosa potrebbe dire dell’ortodossia come modo di vivere?
Unisco queste tre domande in una sola e rispondo citando il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I
„La Chiesa d’Occidente ha fondato la sua speranza nella sua forza mondana. Forse il fatto che quasi tutte le società moderne occidentali basano la loro speranza sull’uomo e sulle sue conquiste, sulla ricchezza, sulla scienza, sulla potenza militare, sulla tecnologia e su cose simili, impedisce di comprendere l’uomo ortodosso, il quale, senza sottovalutare o rigettare completamente tutto ciò, pone la sua speranza principalmente in Dio.
La Chiesa deve appoggiare la sua forza nella sua debolezza umana, nella follia della Croce (scandalo per i Giudei, stoltezza per i Greci), e la sua speranza nella resurrezione di Cristo. Priva di ogni potere mondano, perseguitata e quotidianamente messa a morte, fa sorgere santi, che hanno la grazia di Dio in vasi di argilla, che vivono dentro la luce della trasfigurazione e vengono condotti da Dio al martirio e al sacrificio, non all’instaurazione violenta nel mondo di un sedicente Stato di Dio. I suoi santi non sono semplicemente operatori sociali o filantropi o taumaturghi. Mettono in comunione la persona umana con la persona di Cristo, conducono alla Divinità increata l’uomo creato, provocano in lui non un semplice miglioramento o perfezionamento morale, ma un cambiamento ontologico della natura dell’uomo. Perciò la speranza della Chiesa ortodossa non si trova in questo mondo”.

10. Potete parlarmi delle relazioni tra gli ortodossi italiani e le altre Chiese Ortodosse?

Non sono state facili e non sono facili ma è sempre evangelico guardare la propria trave e non la pagliuzza altrui.. Allora-a partire da me stesso-io credo che gli ortodossi italiani devono decidere se essere dei “convertiti” o come io mi auguro davanti a Dio dei ritornati..Persone cioè che sempre grati  con affetto ed amore alla chiesa di provenienza senza odio alcuno e senza alcun rancore e senza polemica  sono rientrati  a casa nella pienezza della Chiesa Una ed Indivisa per come è custodita dalla professione  di fede ecclesiale ortodossa  nella speranza e nella preghiera che l’occidente cristiano con serenità e coraggio riscopra le ragioni dell’una ed indivisa ed insieme si torni a casa…

11.Dove possiamo leggere le testimonianze degli ortodossi italiani, se noi vogliamo conoscere meglio l’ortodossia in Italia?

I vari siti esistenti ,pur cum grano salis, sono utili come pure il prezioso lavoro che ha fatto quando era in vita il mio caro amico e confratello lo ieromonaco Antonio(Scordino) di Calabria .Una buona pubblicazione credo edizioni il Mulino è stata presentata dal Prof Morini alcuni anni fa ,diacono permanente romano cattolico e docente di teologia, sull’ortodossia contemporanea in Italia



Abonare la articole via email

Introduceți adresa de email pentru a primi notificări prin email când vor fi publicate articole noi.

Alătură-te celorlalți 2.661 de abonați.

Lasă un comentariu

Drept de autor © 2009-2024 Revista Luceafărul. Toate drepturile rezervate.
Revista Luceafărul foloseşte cu mândrie platforma de publicare Wordpress.
Server virtual Romania